A 32 anni, il pilota del team Penske firma il suo secondo successo dopo quello del 2018
Joey Logano ha vinto il titolo Nascar 2022 e nella finalissima della serie a Phoenix, comandando quasi due terzi di una gara che aveva cominciato dalla pole position e che l’ha sempre visto come il migliore tra i quattro contendenti rimasti per il campionato.
Elemento importante, e forse decisivo per lui, aver conquistato l’accesso alla finale con tre gare ancora al termine, cosa che ha permesso al team Penske di concentrarsi al cento per cento sull’ultima prova, quella sul tri-ovale da un miglio dell’Arizona.
Logano non era sulla carta uno dei favoriti, ma lo è diventato su una pista a lui congeniale e con un’ottima preparazione. Per lui, 32 anni, è la seconda affermazione dopo quella del 2018, anch’essa arrivata col team Penske. Giunto alla serie di punta del motorsport americano battendo record su record nelle categorie addestrative, Logano aveva impiegato qualche anno a diventare un contendente primario, anche per il divieto di test arrivato proprio in quel periodo.
Scaricato dal team Gibbs dopo poche stagioni, era stato “raccolto” dal Capitano, sviluppando una forte collaborazione fatta di personalità e aggressività. Penske ora raccoglie i frutti: per lui si tratta della prima volta, in oltre 30 anni, in cui arrivano entrambi i titoli IndyCar e Nascar.
La gara non è stata spettacolare, o quantomeno non quanto ci si attendeva dopo i fuochi d’artificio degli appuntamenti precedenti. Non hanno avuto fortuna gli altri tre contendenti. Ross Chastain è arrivato terzo, concludendo alle spalle di un’altra vettura di Penske, quella di Ryan Blaney. Chastain, entrato in finale con lo spettacolare arrivo di Martinsville, nel finale sembrava avere un buon passo, ma complice anche un ventiseiesimo posto in qualifica, non ha avuto tempo sufficiente, dato che avrebbe dovuto anche passare un Blaney poco incline a fare sconti.
Drammatica poi la situazione per Christopher Bell e per tutto il Joe Gibbs Racing. Nella mattinata di domenica è infatti deceduto nel sonno il co-titolare e COO Coy Gibbs, figlio del patron, a soli 49 anni.
Una notizia che ha sconvolto l’ambiente e la scuderia, considerando che anche l’altro figlio di Gibbs, JD, era venuto a mancare alla stessa età per una malattia neurologica. Coy Gibbs era tra l’altro il padre del fresco campione Xfinity Series Ty Gibbs, che prenderà posto sulla Toyota numero 18 l’anno prossimo.
Per Christopher Bell, portacolori in lotta per il titolo, la giornata è così iniziata enormemente in salita. Un pit-stop lento l’ha fatto ripartire dal sedicesimo posto, ma la sua rimonta si è fermata alla decima piazza.Ancor più deludente il finale di Chase Elliott, apparso alla vigilia come favorito. Il pilota del team Hendrick è finito nelle barriere dopo un contatto ricevuto da Chastain durante una ripartenza molto concitata al giro 201.
I danni riportati dalla Chevy Numero 9 sono stati troppo ingenti ed Elliott ha concluso ventottesimo. Nella top-5 della corsa hanno invece concluso quattro Ford con l’inserimento alle spalle di Chastain di Chase Briscoe e Kevin Harvick, seguiti dai migliori rappresentanti Toyota e Gibbs Kyle Busch e Denny Hamlin.
Solo nono Kyle Larson, campione uscente, al termine di una stagione con tante difficoltà e una macchina mai all’altezza con i migliori.
L’ORDINE D’ARRIVO
1 – Joey Logano (Ford) – Penske – 312 giri
2 – Ryan Blaney (Ford) – Penske – 312
3 – Ross Chastain (Chevy) – Trackhouse – 312
4 – Chase Briscoe (Ford) – Stewart-Haas – 312
5 – Kevin Harvick (Ford) – Stewart-Haas – 312
6 – William Byron Jr. (Chevy) – Hendrick – 312
7 – Kyle Busch (Toyota) – Gibbs – 312
8 – Denny Hamlin (Toyota) – Gibbs – 312
9 – Kyle Larson (Chevy) – Hendrick – 312
10 – Christopher Bell (Toyota) – Gibbs – 312